La storia si ripete parte 2

Avevo appena fatto (finalmente) amicizia con due ragazze: una la chiameremo Corvina e l'altra la chiameremo Amore. Non ricordo se ho conosciuto prima lei o Amore. Avevano la stessa età ed io ero più piccola di due anni. Si conoscevano perché, ovviamente, avevano fatto le scuole insieme. Con loro due si avvicinarono altre due ragazze, che chiameremo Onesty e Pretty. Si era creato un bel gruppetto ed io ero la cucciolotta del gruppo. 

 

Corvina era una ragazza molto strana. Esteticamente attraente, perspicace la maggior parte del tempo, con un’anima tormentata. Piccolina, una gnoma che ti mangiava viva se glielo facevi notare. Amante dei problemi e dei ragazzi problematici. Era chiaramente ombra e penombra. Aveva delle sfumature sadiche, tendenzialmente masochista. Questo era evidente.

 

Ma io vedevo anche tanto altro.

 

Era dolce nella sua spigolosità, distaccata ma le dispiaceva il troppo distacco. Soffriva, ma non lo dava a vedere e, a volte, cercava sollievo in una canzone. Ci univa la musica. Non la stessa, ma spesso cercavamo rifugio in quattro parole messe in fila.

 

Entrambe avevamo una famiglia discutibile, profondamente diverse. Vivevo a casa sua, per sfuggire alla mia. Aveva una lingua velenosa, le volevo bene, ma se apriva la bocca non sapevi mai cosa sarebbe uscito. Occhi color cielo e labbra a cuore che nascondevano un corvo pronto a cavarmi gli occhi al primo passo falso.

 

E così fu.

 

Un giorno arrivò nella sua vita un ragazzo. Era fidanzato e, dopo poco, lo arrestarono per spaccio. Cominciarono a scriversi dalla prigione. Lei mi faceva leggere le loro lettere. Il ragazzo, onestamente, non mi ispirava fiducia. Non aveva un buon curriculum e, come ho già scritto, sono sempre stata protettiva. Ma che farci? Uscì e si cominciaro a frequentare. 

 

Passò più di un anno, forse un anno e mezzo. Dell' inizio della loro relazione. 

 

Era estate, il periodo del mio compleanno. Decisi di organizzare un'uscita di gruppo e andare al mare. All'epoca stavo con il fidanzato di sempre, Gioia (ve lo ricordate?). Lui aveva portato i suoi amici. Erano in tanti. Lei venne con il suo.

 

E lì cominciò tutto.

 

I due iniziarono a litigare. Mi resi conto di come le parlava. Eravamo tutti scioccati da come strillava. Non solo noi. C’era una signora di colore con due figli, che trovò il coraggio di alzarsi e dirgli:

 

"Ci sono dei bambini, per favore smettetela."

 

Dall’altra parte, il mio fidanzato Gioia, profondamente pacifico nonostante la stazza, mi disse di non intromettermi.

 

"Altrimenti parte la rissa."

 

Così feci.

 

Ma quel giorno, tra i suoi "vaffanculo" e "non mi devi rispondere" urlati in faccia, e quell'atteggiamento di superiorità, avevo già deciso che dovevo fare qualcosa. Magari non con Gioia davanti, così da non coinvolgerlo. Ma ferma non sarei rimasta.

 

Tornai e chiamai subito Onesty e Pretty.

 

Amore no. In verità, Amore era molto gelosa di me. In quel momento non si prendeva molto con Corvina.

 

Organizzai un comizio tra amiche.

 

Parlammo di quello che era successo. Dovevamo toglierlo dai giochi. Era la decisione del gruppo. Lo facevamo per lei. Così Onesty la chiamò e finalmente la rimproverò.

 

Corvina mi odiò tanto. Non so bene il perché, ma immagino si sia sentita tradita. Lei non capì le mie intenzioni.

 

Così, seguendo la sua natura, fece la cosa più bassa che mi abbiano mai fatto.

 

Mi organizzò un'imboscata. 

 

Mi fece trovare la sorella del compagno, il compagno e lei. Tre contro una. In una piazzetta spoglia.

 

Non sapevano che ero accompagnata da Onesty.

 

Onesty non aprì bocca. Non ne avevo bisogno.

 

Così cominciò un conflitto enorme tra me e loro tre. Mi additavano, mi davano della bugiarda, lui minacciava di prendersela con il mio fidanzato e altre mille cose che adesso mi sembrano futili.

 

Lei pensava di poter organizzarmi un’imboscata e uscirne indenne.

 

Quel giorno capì che mi aveva sottovalutata.

 

Oltre alla discussione, quel teatrino fece allontanare tutti da lei. Onesty, Pretty e Amore avevano scelto me.

 

Scoprii, così per benevolenza loro, poi tutte le schifezze che mi aveva fatto dietro Corvina. Neanche ne parlo perché per me lei morì quel giorno in quella piazza. 

Onesty e Pretty mi raccontarono tutto.

 

Avevo il cuore in pezzi. Di nuovo. Dormiva con me una vipera. 

Incredibilmente, nonostante mi conoscessero da poco, girarono le spalle a lei. Ma io ero ferita. Non mi fidavo più di nessuno. Solo di Amore.

 

Paradossalmente, neanche di Onesty.

 

E di questo, oggi, mi pento.

 

Si era rivoltata contro quella che conosceva dalla culla. Quando mi resi conto che Onesty era stata coerente non solo con me, ma con sé stessa, e la sua idea di amicizia, era troppo tardi.

 

Ormai aveva smesso di parlarmi.

 

E aveva ragione.

 

Questa storia mi insegnò che non puoi aiutare chi non vuole essere aiutato.

 

E mi insegnò il peso delle mie azioni e delle sue ripercussioni.

 

Si era disintegrato un gruppo bellissimo. Forse quello che più avevo sentito mio.

 

Io smisi di uscire al paese. Cambiai amicizie. Ricominciai da capo con Dinamite e Amore.

 

La storia di Dinamite, che ho raccontato nell’articolo precedente, iniziò qualche anno dopo. Ma la situazione con lei era più grande.

 

E lei sì che era un’amica.

La storia si stava ripetendo con Amore.

 

E mi veniva istantaneo chiedermi come si sarebbe sviluppata con Amore. Non può essere una coincidenza, forse entrambe le storie erano per arrivare qui. Da lei. Riuscire con lei, quello che mi sono allenata già a fare ma non sono riuscita. 

Avevo probabilmente più timore io di lei.

Ma reggerò meglio.

 

Farò meglio. 

La luce di Amore non la spegnerà nessuno. 

 

To be continued 

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