
Capite bene che aveva un proposito ciò che sentivo. Ero convinta che l'avrei capito subito e lui anche. Non avevo prove ma neanche dubbi.
Questo sensazione si cementò ai miei 18 anni, quando vidi in trasparenza, vicino al lampione di una piazza spoglia, due occhi marroni scuri. Enormi. Così per non dimenticarmeli più.
Molti interessi ho avuto, nella mia giovane vita, convinta che mi portassero ad un punto specifico. Pensavo che se avessi fatto bene i compiti avrei trovato un gusto, un rifugio in comune. Un luogo dove poterci incontrare.
Ora se vi dicessi che quegli occhi, io gli ho riconosciuti in una persona molti anni dopo mi credereste? Sentivo tante storie che parlavano di questo del riconoscimento che è sempre reciproco, sempre istantaneo e tante altre cose su cui non voglio dillungarmi. Un po' era quello che avevo sempre pensato anche io, cioè: alcune informazioni che avevo letto già le avevo dentro.
Beh io avevo riconosciuto quegli occhi ma non era reciproco. Aveva detto un qualcosa, un minimo, troppo minimo e troppo velato per essere preso seriamente. Poi ho sbagliato qualcosa ed è sparito. Evidentemente era abituato a fare così ed io di uomini che sparivano ne avevo avuto già a sufficienza. Io cercavo quello che sarebbe restato. Che anche se ci capivamo al volo, in alcuni momenti sarebbe stato meglio dialogare.
Io il mio me lo immaginavo di fretta e con foga di me. Quindi questa brusca realtà mi spinge verso un bivio:
- Accettare che ho sbagliato persona. Ed evitare di sotterrarmi appena riprendono a funzionare i miei neuroni
- O buttare quel sogno in un cestino
Non avrei rinunciato a quella convinzione diventata peggio di un credo. Ormai era una vera e propria fede. Quindi la risposta, paradossalmente meno indolore, era convincermi che mi ero fissata sulla persona sbagliata. Più semplice.
Magari ho visto quegli occhi anni fa, solo perché questo è un momento importante della mia vita. Dove anche lui sta contribuendo. Aveva fatto il suo e adesso era giusto che andasse via.
Onestamente detesto che mi tocchino dentro, senza chiave di accesso, e poi vadano via. È un ciclo doloroso. Grazie a Dio non mi era mai successa. Ed onestamente mi ero stufata di parlare d'amore per essere ignorata. Quello è un trattamento a cui NON mi sarei abituata.
Si va per migliorare nella vita mica per peggiorare.
Forse qualche errore lo avrò anche commesso. Io perfetta non sono. Ma se me ne avesse parlato, probabile le avrei chiesto umilmente scusa, e ci saremmo conosciuti meglio. Io le sue vulnerabilità soprattutto perché glielo avevo anche chieste.
Aveva preso la sua decisione, con tutta la distanza che marcava semplicemente me ne faceva partecipe « Non mi interessa ciò che fai, e non mi interessa la tua opinione.» Non c'era. Semplicemente.
Era un sogno che trainava e mi nutriva da una vita. E rinunciarci era un po' come morire.
Io sono per la vita ed Io sopravvivo sempre.
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