Grazie parte 2

Lui lo chiameremo Gioia. Lo chiameremo così perché quando entrò nella mia vita la riempì di allegria, di affetto e di sicurezze. Alto, moro, con due labbra che erano 4. Dolce, romantico, perspicace, dotato, mi conteneva perfettamente. La verità è che non ho mai capito cosa vedesse in me un uomo cosi. Dico Uomo perché nonostante l'età, proteggeva, provvedeva, mi conteneva emotivamente e sapeva parlare senza scappare. Si manteneva sempre calmo non importava cosa succedesse. Mi amava tanto. Me lo dimostrava sempre, si assicurava che io non avessi dubbi la maggior parte del tempo. Insomma un uomo protettivo..

 

 

 

Uno dei nostri problemi in realtà ero io. Vorrei parlavi di tutto. Del perché andai oltre, chi stavo cercando, ma adesso concentriamoci sul succo:

 

 

 

Quel ragazzo non perdeva occasioni per dimostrami quanto mi amasse. Amava i grandi gesti. Fiori, cioccolatini, regali costosi. Quel ragazzo si fece non so quanti chilometri a piedi, perché voleva stare con me e l'autobus non era passato. Non aveva niente, ma io ancora oggi lo ricordo come quello che mi ha dato tutto. Ero gelosa furiosa. Non volevo che nessuno lo toccasse, si avvicinasse, non lo dovevano pensare nemmeno. Quando hai qualcosa di valore hai sempre paura che te lo portino via, o che scelga qualcun altra. Gioia era veramente il cuore pulsante della classe. Frequentavamo lo stesso istituto. D'altronde come portava gioia a me, lo faceva anche naturalmente anche ad altri.  Le scrivevano sulla lavagna, uscivano dalle classi per strillare il suo nome. Insomma involontariamente, stavo con George Clooney dell' istituto. Una gelosa, insicura, rabbiosa con metà degli esseri umani, che stava con una star. Una miscela ottima che alimentava un serpente dentro me. 

 

In realtà per sentirmi in controllo sicura, facevo leva sui suoi punti deboli, pensavo solo nel sentirmi in controllo delle mie emozioni. Erroneamente. Non parlavo delle mie paure e non facevo attivamente qualcosa per creare sicurezza in me, o un ambiente comodo per entrambi. Lui stava lì ad amarmi bene, ed io ad amarlo male. Grazie a Dio, dico io, mi dimenticai di calcolare una cosa importante: quante volte pensi di far male ad un altra persona nella stessa maniera? te lo dico io, finché non si fa il callo. Quante volte pensi di colpire allo stesso punto? Te lo dico io, finché vorrà essere colpito.

 

Pensavo di non meritarlo un tipo così, e finivo per auto sabotarmi. La mia paura più grande la stavo rendendo reale. Si sarebbe allontanato, il mio comportamento avrebbe fatto si, che lui ormai saturato, mi avrebbe giustamente lasciato o "meglio" tradito. Insomma, inconsciamente battevo il ferro finché era caldo. Ricreavo il mio trauma. 

 

 

Entrammo in crisi quando sognai (unica volta) la nostra rottura. Mesi prima. Nel sogno stavamo avanti a un parcheggio, appoggiato ad una macchina, con una ridicola maglietta a maniche corte ed una scritta in bianco.

 

Dicendomi che dopo tutto, non provava più le stesse cose. Quel sogno era stato talmente reale che andai in panico... Destino ha voluto che dovessi partire un mese in America. A Washington DC dove vivono ancora oggi, i miei familiari. Ci lasciammo dopo delle discussioni al telefono. Al mio ritorno voleva parlare, ma ero orgogliosa e sapevo dove voleva andare a finire. Ma andai lo stesso. Dove andammo? a quel fottuto parcheggio, aveva quella fottuta maglietta, e mi ha detto esattamente la stessa fottuta frase appoggiato a quella macchina. Ci lasciammo ma non definitivamente, al mio compleanno era presente, come sempre, ma quell'estate, per il mio compleanno il 18esimo, ebbi  quella visione che mi spinse in un altra direzione. 

 

 

 

Mi ritrovo, oggi, a pensare al bene che mi hai fatto. Sai che penso? Che sei stato un grande maestro.  Tu non lo sai, ma è grazie al tuo amore che ho degli standard che prima di te non avevo. Mi hai amato nella peggior versione di me. Grazie. Mi detestavo e detestavo il mondo. Ed è grazie al tuo allontanamento che ho imparato ad amare. Mi hai insegnato la bellezza della reciprocità. Mi hai cambiata fuori perché mi hai amata dentro. Provo tristezza e vergogna di me stessa se ti penso.Vorrei tornare indietro, e amarti meglio, viverti con serenità anche se il risultato non sarebbe diverso. Ma almeno mi avresti ricordato con affetto come ti ricordo io.

 

Se riuscirò a scrivere il mio libro, ti dedicherò un capitolo intero. Spero che Ti Ameranno come non ho saputo fare io.  

 

 

 

 

 

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